Regio, i cantanti chiedono i loro cachet
Purchia: “Serve tempo, saranno saldati”
Pagamenti prima rateizzati e ora sospesi
“Cornuti e mazziati”: la popolare espressione sintetizza lo stato d’animo di alcuni cantanti lirici, ancora in attesa che il Regio saldi i loro cachet.
Ad Assolirica, associazione che riunisce 432 artisti, affidano oggi il loro sconforto. Per riavere i soldi, infatti, dovranno aspettare ancora: «Eppure lo Stato ha aiutato il Regio, come gli altri teatri, erogando anche quest’anno i fondi del Fus. Servono misure per gli artisti e non solo per i teatri o il mondo della lirica esploderà».
Già in primavera l’allora sovrintendente Sebastian Schwarz propose ai cantanti in credito di rateizzare il saldo oppure, nel caso di pagamento immediato, di rinunciare al 10% del compenso. Una parte, a quel punto, si rivolse al tribunale per mettere in mora il Regio.
L’altra sera, con una lettera inviata direttamente agli artisti, la commissaria Rosanna Purchia ha chiesto fiducia e «un po’ di tempo affinché con grande
velocità si possa capire come rimettere in marcia il nostro e vostro Teatro».
E a chi aveva intentato l’azione legale ha scritto:
«Chi ha scelto questa strada ha ritenuto di non dare la fiducia al Regio. Vi prego vivamente di rivedere le vostre posizioni». Il baritono Roberto Abbondanza, che di Assolirica è vicepresidente, sbotta: «Forse aspettare
due anni per avere i soldi dovuti e accettare una rateizzazione del credito non è dare fiducia? Come si fa oggi a darne ancora a chi sconfessato gli accordi raggiunti? La commissaria ha azzerato infatti il percorso iniziato da Schwarz. E in questo momento non c’è neanche quella continuità lavorativa
che negli anni passati ci ha consentito di tollerare i ritardi».
Anni in cui, però, il Regio non era commissariato. Oggi i problemi di liquidità sono gravissimi, Purchia è qui per risolverli:
«La parola del Regio ha un valore e sarà mantenuta – dice – : io posso chiedere scusa per le condizioni in cui sono costretti a trovarsi i cantanti, ma posso anche assicurare che saranno pagati tutti, ne va pure della dignità del Teatro. Chiedo solo il tempo necessario per trovare le risorse che ci consentiranno di uscire dal guado. Perché ne usciremo. Sono qui apposta, so anche che tanti artisti l’hanno compreso, il 90% di loro li conosco, in molti mi hanno scritto facendomi sapere di essere accanto al Regio in questo momento».
Fonte: La Stampa – Torino