Anche in questo momento di grandissima sofferenza lavorativa per noi professionisti dell’Opera Lirica, continua l’uso di alcune realtà produttrici del nostro settore di utilizzare gli artisti dipendenti stabili del coro come cantanti solisti per le parti indicate in frontespizio della partitura come parti soliste. L’ultima occasione è stata quella del Te Deum di Bruckner andato in scena appunto con le voci soliste di quattro, bravissimi, artisti del coro di S.Cecilia.
Questo di utilizzare artisti del coro in luogo dei solisti professionisti è sempre stato per noi atteggiamento esecrabile in ogni tempo, in ogni luogo e in ogni teatro e cogliamo questo come esempio di una brutta pratica che non vorremmo si diffondesse ulteriormente perché di grave nocumento a noi professionisti
Vieppiù è grave oggi che noi solisti e professionisti dell’opera lirica, causa pandemia, non abbiamo lavoro, non abbiamo indennità sulle produzioni perse, abbiamo perso due anni di contribuzioni previdenziali e che non abbiamo nessuna prospettiva di ripartenza, al momento.
Ci rivolgiamo certamente al Presidente Sovrintendente della Accademia di S.ta Cecilia, ma anche ad altri suoi colleghi di altre strutture produttive analoghe, oltreché al MIBACT come dicastero in qualche modo “vigilante” sullo spettacolo dal vivo sostenuto dal FUS, e lo facciamo non certo per avere risposte (ché, stando ai fatti davanti agli occhi di tutti, non potrebbero che essere di mera circostanza) ma per denunciare una “bad practice” che andrebbe davvero interrotta, a nostro avviso.
Già immaginiamo che per difesa si tesseranno le lodi del livello qualitativo degli artisti del Coro dell’Accademia e che ci si dica che il livello artistico delle voci coinvolte nel Te Deum citato era di primo piano e di alta qualità. Questo lo sappiamo anche noi e i quattro solisti artisti del coro che si sono esibiti nel Te Deum di Bruckner sono davvero tutti di grande livello professionale; la loro performance parla da sola senza che nessuno possa disconoscere la bella realtà del loro spessore qualitativo artistico.
Il problema non è certo il livello artistico – così anticipiamo la eventuale risposta ed evitiamo che si mettano strumentalmente in contrapposizione gli artisti del coro con i solisti professionisti – Il problema che vogliamo denunciare è che gli artisti del coro sono tutelati con i loro stipendi e, quando non hanno potuto lavorare, hanno avuto gli ammortizzatori previsti per loro dalle disposizioni di legge, mentre quasi tutti i cantanti solisti italiani sono semplicemente rimasti a casa.
Noi artisti solisti e professionisti dei team creativi della Lirica invece – ci corre obbligo di ricordarlo – dal blocco dei teatri e dalle cancellazioni non abbiamo avuto NULLA: nessuna indennità, nessuna tutela sulle cancellazioni, nessun reddito (causa ridicoli paletti sui seicento euro) , abbiamo perso due anni di contribuzioni pensionistiche e molti di noi non sanno più come affrontare il presente, per non parlare del domani.
È intenzione di ASSOLIRICA stigmatizzare con forza l’uso dell’utilizzo di personale dipendente stabile e garantito nelle parti previste come soliste dai frontespizi delle partiture.
Crediamo sia giunto il tempo di chiudere con questa usanza che noi riteniamo poco seria da molti punti di vista, se non altro da quello etico e di correttezza.
Se una realtà produttiva del nostro settore lirico o sinfonico non ha i soldi per scritturare cantanti solisti (che in questo periodo costano veramente pochissimo, tra l’altro), dovrebbe non solo porsi delle domande, ma darsi anche delle risposte.
Noi siamo una Associazione professionale riconosciuta (MISE ex L.4/2013) e abbiamo l’obbligo di tutelare le nostre professionalità soprattutto nei momenti, come questo, di grande difficoltà per tutti noi liberi professionisti.
Chiudo con la notazione che la tutela del nostro patrimonio artistico musicale passa certamente attraverso la programmazione dei teatri, perché la tutela della musica la si attua con le esecuzioni, ma passa anche per la tutela della grande risorsa dei nostri artisti, professionalità riconosciute in tutto il mondo che non meritano il trattamento che qualche Istituzione sta riservando loro. Ignorandoli.
Il Presidente di ASSOLIRICA
Giovanni “Gianluca” Floris