E’ stata pubblicata dalla Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo la prima relazione semestrale sul monitoraggio dei piani risanamento delle Fondazioni Lirico Sinfoniche che avevano usufruito della Legge Bray nel 2013 e 2014; la relazione, stilata dal Commissario Gianluca Sole, è relativa al periodo gestionale di riferimento 2017.
La potete trovare in pdf a questo link:
Relazione semestrale 2018 risanamento fondazioni lirico sinfoniche
Abbiamo letto con attenzione tale Relazione, e vogliamo sottoporre alla vostra attenzione qualche riflessione.
Il documento di 52 pagine è abbastanza articolato, pertanto è stata necessaria una lettura attenta ed approfondita.
In merito ai risultati della Relazione, presentata dal Commissario Straordinario del Governo, sullo stato di attuazione dei piani di risanamento delle Fondazioni Lirico Sinfoniche, esprimiamo la nostra preoccupazione per la gravità finanziaria in cui versano le 9 Fondazioni esaminate (Teatro Carlo Felice di Genova, Opera di Firenze, Teatro Verdi di Trieste, Teatro Petruzzelli di Bari, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Comunale di Bologna, Teatro Massimo di Palermo, Teatro dell’Opera di Roma, Fondazione Arena di Verona), soprattutto considerando prossima la scadenza del 2019 entro la quale obbligatoriamente quest’ultime dovrebbero raggiungere il pareggio e l’equilibrio di bilancio, pena la liquidazione coatta.
Dati i risultati, a distanza ormai di 20 anni dalla riforma delle Fondazioni Lirico Sinfoniche (D.lgs 367/1996 e D.lgs 134/1998), manifestiamo la nostra perplessità verso un impianto giuridico che vede dei soggetti privati totalmente dipendenti dai contributi statali e locali alla stessa stregua di un soggetto pubblico, rendendo quindi vana la dicitura “Fondazione di diritto privato”, come peraltro ribadito dalla Corte Costituzionale in varie sentenze.
Invitiamo i nostri legislatori ad una riflessione sulla necessità di scegliere la forma giuridica idonea ad una struttura che produce cultura, un bene immateriale che non può generare profitto in termini economici tanto quanto in termini educativi e sociali; auspichiamo inoltre che, chi sarà chiamato a governare l’Italia, voglia pensare ai Teatri Lirici come ad un’importante risorsa economica, fornendoli di adeguato supporto legislativo e organizzativo, e incrementando i finanziamenti in maniera adeguata alla stregua di quanto avviene negli altri paesi europei a noi concorrenti sotto il profilo della destinazione culturale e turistica.